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- S.S. Flaminia, km. 147, Trevi (PG), 06039
Responsabile: Maestro Riccardo Ricci
Il Silat è un sistema di combattimento e più in generale un’arte marziale tra le più antiche al mondo, originaria del sud-est asiatico e inserita dall’UNESCO tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità dal dicembre 2019. Le aree di provenienza, nello specifico, sono localizzate attorno agli odierni Stati dell’Indonesia e della Malesia, ma oggi è molto praticato anche a Singapore, nel Vietnam, nel Brunei e in Thailandia.
Il SIlat trae ispirazione dalle dinamiche e dai comportamenti del mondo naturale: come molte altre arti marziali di origine orientale, anch’esso assume stili e tecniche ispirate dalla biomeccanica del movimento animale, sfruttandone i comportamenti difensivi. In tal modo abbiamo stili di derivazione animale come, a titolo esemplificativo, la tigre, il coccodrillo, il gatto, il gallo, l’aquila, la torpedine o il maiale.
Il Silat si adatta bene anche a finalità di difesa personale, e molte delle sue tecniche sono state integrate nei più moderni sistemi di autodifesa, sia in ambito civile che militare. Questa caratteristica lo rende adatto a qualunque soggetto: i suoi protocolli di insegnamento sono infatti flessibili e modulari, finalizzati ad un apprendimento differenziato, sulla base delle possibilità e del livello di preparazione atletica dell’allievo.
Il Silat prevede posizioni di difesa apparentemente contorte, ma incredibilmente efficaci, colpi di grande potenza e raffinatezza nei flussi di movimento. Oltre al combattimento a mani nude, che prevede colpi di pugno, calcio, gomito e ginocchio, il Silat prevede anche l’utilizzo di armi, dalle più classiche fino a quelle più distintive e caratteristiche, come il kriss, la sciabola dao, il sai e molte altre. Attraverso l’apprendimento dei principi tecnici basilari, l’allievo sarà poi in grado di sfruttare le sue competenze in ogni contesto naturale od urbano, financo impiegando qualsiasi oggetto come un potenziale strumento di offesa e difesa. Le tecniche di corpo a corpo prevedono anche colpi di rottura articolare, in linea con l’impostazione votata alla potenza della disciplina, non quindi attraverso trazione o compressione, come nelle leve del ju-jitsu o del judo, ma attraverso l’impatto in punti strategici degli snodi articolari.