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Hip Hop e Break Dance

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Responsabile: Roberto Liberati

L’Hip Hop è un movimento culturale nato nel Bronx nella prima metà degli anni ’70. Il Bronx è uno dei cinque distretti amministrativi di New York, passato alla storia in quel periodo per essere stato vittima di un notevole decadimento urbano, che portò il quartiere ad elevatissimi tassi di povertà e disoccupazione, favorendo l’aumento delle attività criminali e la nascita delle cosiddette “gang”.

Con l’avvicinarsi degli anni ’80, il Bronx cominciò ad affrontare una fase di rinascita e la classe dirigente si interessò alla riqualificazione del quartiere, investendo miliardi di dollari per la costruzione di nuove strutture residenziali. Fu tuttavia la nascita dell’Hip Hop che alimentò un vero cambiamento in positivo per questo quartiere. I ragazzi più giovani, cresciuti in un contesto di massima povertà e segnati dalla morte di amici e famigliari, decisero di stabilire una tregua tra le principali gang, favorendo la convivenza pacifica rispetto alla violenza: questo nuovo clima favorì l’integrazione e lo scambio culturale tra le varie etnie residenti nel quartiere, principalmente afroamericani e sudamericani, ponendo le basi per la nascita dei “block party”, delle vere e proprie feste di quartiere basate sulla musica e sulla danza. Il “giorno zero” dell’Hip Hop può essere individuato nell’11 agosto 1973: una ragazzina decide di organizzare una festa in casa, al 1520 di Sedgwick Avenue, e dà al fratello maggiore l’opportunità di esibirsi per la prima volta in veste di Dj. Questi si presenta con degli strumenti del tutto originali, che lasciano tutti a bocca aperta: due giradischi, un mixer e una nuova tecnica incredibilmente rivoluzionaria che permetteva di mettere in loop (cioè di ripetere senza interruzione) le sezioni più ritmiche dei dischi e che di lì a poco avrebbe radicalmente cambiato l’intero panorama musicale. Il nome di questo ragazzo era Clive Campbell, in arte Dj Kool Herc, riconosciuto a livello mondiale come il primo pioniere dell’Hip Hop. A quella particolare serata furono presenti altri due individui fondamentali per la storia di questa cultura: Afrika Bambaataa, che contribuì a porre le basi dei principi etici del movimento, e Grandmaster Flash, creatore di diverse tecniche fondamentali per lo sviluppo musicale del genere. Occorse tuttavia attendere fino all’anno seguente per vedere questo fenomeno prendere forma: è infatti nel 1974 che esso acquista una forte identità e si consolida in un vero e proprio movimento culturale, basato su forti principi etici, che viene denominato “Hip Hop” da Afrika Bambaataa, fondatore inoltre della “Universal Zulu Nation”, associazione che ha lo scopo di fornire delle indicazioni etiche ai giovani che si avvicinano a questo movimento.

L’Hip Hop si divide in quattro discipline, derivanti dalle più comuni e immediate forme di espressione artistica: il B-boying (o Breakdance), legato alla danza, il Writing, legato alla pittura e all’arte calligrafica, e infine il Djing e l’MCing, costituenti l’aspetto musicale di questa cultura. Questi mezzi espressivi nascono dall’unione di tutte le varie usanze culturali derivanti dalle diverse etnie che popolavano il Bronx. Una delle più importanti influenze riguardanti il DJing viene dalla Giamaica e dal Dub, un sottogenere del Reggae nato negli anni ’60.
L’Hip Hop si basa musicalmente su vari supporti tecnologici, primo fra tutti il giradischi: esso è stato infatti usato più volte come simbolo di questo genere musicale e tuttora il movimento Hip Hop riconosce nel vinile il miglior supporto per ascoltare musica. Le origini del DJing ci portano infatti al 1973, quando Kool Herc iniziò a sperimentare all’interno dei block party una nuova tecnica rivoluzionaria, il “break beat”, che presto diventò l’elemento fondamentale di questa musica.
Col passare degli anni e la progressiva diffusione a livello globale della cultura creata da Bambaataa, alimentata da nuovi media, l’Hip Hop ha assunto anche le forme di uno stile di danza proprio, diverso dal Breakin’, con dei passi e delle foundation (ovvero dei principi tecnici di base) che ha come chiave di volta il feeling che viene ad instaurarsi tra il ballerino e la musica. L’Hip Hop, inteso qui come vera e propria danza, si può ballare in freestyle (ovvero utilizzando tecniche e livelli a proprio piacimento), oppure costruendo passo passo delle vere e proprio coreografie.

Il corso di Hip Hop proposto da R-evolution Studio prevede una formazione poliedrica, basata, oltre che sui principi tecnici di base, anche sull’approfondimento della più vasta cultura Hip Hop, da un punto di vista sia musicale che storico. Centrale è poi la sinergia con il corso di Break Dance, che si pone come completamento di un percorso integrato che gli allievi possono affrontare secondo un ottica di perfezionamento. Alla fine dell’anno sportivo, tutti gli allievi che hanno frequentato con regolarità le sessioni di allenamento, sono invitati a partecipare a un saggio di fine anno che si tiene presso la sede del centro sportivo o presso altra sede di volta in volta individuata.

Orari del corso

  • Martedì: 16.30 – 17.30
  • Giovedì: 16.30 – 17.30

 

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